Attivismo ambientale e social media: il caso delle associazioni ambientali studentesche in Cina

I social media sono in tutto il mondo uno spazio fondamentale di incubazione e di crescita delle forme di attivismo ambientale.
Fra il febbraio e il luglio 2016 Serena Fossati ha monitorato le due principali piattaforme utilizzate dalle associazioni studentesche cinesi, Sina Weibo e WeChat, con l’obiettivo di ricostruire i processi sociali di emersione, coordinamento e mobilitazione dell’attivismo ambientale in Cina. Sina Weibo (https://www.weibo.com/) è una piattaforma ibrida che combina funzionalità tipiche del microblogging a funzioni che favoriscono l’interazione sociale; WeChat (https://web.wechat.com/) è una piattaforma multifunzionale, che combina un servizio di instant messaging a un social network, tramite cui gli utenti possono seguire pagine di loro interesse.

Attraverso gli strumenti della virtual ethnography, la ricerca ha monitorato le interazioni di 10 associazioni studentesche attive nel territorio di Pechino, centro della governance ambientale cinese.

Le associazioni studentesche si configurano infatti come fondamentali gangli della rete sociale che sostiene l’attivismo ambientale: sono knowledge-brokers, cioè veicoli di informazioni; e knowledge-translators, cioè spazio di traslitterazione della conoscenza in azione.

Il censimento e l’analisi delle interazioni dei componenti delle dieci associazioni su Sina Weibo e WeChat ha permesso, per un verso di confermare la centralità che gli spazi digitali rivestono, nella crescita della consapevolezza e della sensibilità verso la difesa dell’ambiente; per un altro verso ha consentito di cogliere lo specifico delle dinamiche di formazione e di crescita del consenso fra i millennial cinesi.

L’attività di web listening e di analisi è stata svolta applicando il modello di Lovejoy e Saxton (2012) (https://arxiv.org/abs/1204.3230), che distingue post informativi, post finalizzati a creare comunità e post finalizzati a coinvolgere i follower in azioni e interventi.

  • Anzitutto, i gruppi studenteschi cinesi considerano le piattaforme di social networking luoghi privilegiati di diffusione di informazioni e conoscenze relative all’ambiente. I post informativi (che danno conto delle attività di successo delle organizzazioni, mostrano gli sforzi effettuati e i risultati conseguiti) costituiscono il 59% della totalità dei contenuti analizzati. I gruppi studenteschi si propongono di sviluppare una conoscenza più approfondita delle sfide ambientali che interessano la Cina, recepire attitudini e valori ambientali, in sinergia con le attività delle ONG locali.
     
  • I gruppi conferiscono poi una rilevanza significativa alla dimensione dell’azione: i post appartenenti alla tipologia “azione” rappresentano il 30% della totalità dei contenuti e sono incentrati sulla promozione delle associazioni da un lato, e sulla mobilitazione dei propri sostenitori dall’altro. D’altra parte, l’invito all’azione entra (nella forma di call to action, più o meno esplicite) anche nella larga maggioranza dei post “informativi”, evidenziando l’intenzione politica delle associazioni e il loro impegno nella formazione di una nuova generazione di giovani attivisti ambientali.
     
  • Le associazioni studentesche investono, di contro, risorse limitate nell’incoraggiare il dialogo e mantenere aperta una conversazione online: i post relativi alla categoria “comunità” costituiscono l’11% dei post analizzati. Ciò si pone in contrasto con la letteratura sull’attivismo digitale delle ONG ambientali, secondo cui i media sono prioritariamente forum, in grado di ‘fare rete’, di innescare discussioni, scambi e confronti di opinione tra attivisti.

Per i millennial cinesi, insomma, lo spazio della relazione, il luogo in cui coltivare il rapporto con l’altro (anche istituzionale: altre associazioni, altri soggetti pubblici) sembra essere ancora collocato fuori dalla rete e trovare nella dimensione offline il suo contesto elettivo. La ricerca ha inoltre evidenziato l’importanza che le associazioni studentesche rivestono nell’arena pubblica, come soggetti tutt’altro che isolati e nuovi interlocutori a cui istituzioni, associazioni e player privati guardano con attenzione.

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