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I consumi musicali dei cinesi di Milano 米兰华人听音乐的习惯

di Stefano Giovannini


 

Uno studio pionieristico

La ricerca del Dott. Salvatore Maggio indaga un aspetto prima d’ora inesplorato circa il consumo mediale degli immigrati: non vi sono altre ricerche sul consumo e sulle modalità di consumo musicale dei migranti cinesi in Italia. In particolare, l’attenzione è stata posta sulle seconde generazioni, ossia sui figli di immigrati propriamente intesi come coloro che si sono spostati da un Paese ad un altro in modo permanente.

 

La domanda di ricerca

L’obiettivo del presente studio stato è quello di indagare le strategie di acculturazione – assimilazione, separazione, integrazione, marginalizzazione (vedi Figura 1) – attuate dagli immigrati cinesi di prima e seconda generazione, con particolare riferimento all’influenza delle stesse sui consumi musicali. La domanda che la presente ricerca si pone riguarda i generi musicali ascoltati e le modalità di fruizione (in termini di media e di device usati) attuate dagli immigrati cinesi e mira ad operare un confronto intergenerazionale su questi temi. Sono state comparate le modalità di fruizione di una forma artistica e culturale come la musica della prima e della seconda generazione di immigrati cinesi: la prima ha vissuto parte della sua vita nella Repubblica Popolare Cinese; la seconda è nata in Italia, in un contesto politico e culturale ben diverso da quello vissuto dai genitori.

 

Figura 1: le strategie di acculturazione (Berry, 1980)

                                  

 

La metodologia


La metodologia adottata per la presente ricerca è stata quella qualitativa, preferita per consentire ai temi indagati dalla domanda di ricerca di emergere spontaneamente tramite delle interviste in profondità. La ricerca ha carattere esplorativo, avendo avuto essa la funzione di ottenere informazioni di carattere generale circa gli atteggiamenti e le opinioni del campione su una certa tipologia di consumo.
Il campione della ricerca consta di 20 individui cinesi residenti in Italia, suddivisi equamente tra generazioni d’appartenenza: 10 persone sono immigrati di prima generazione, mentre le altre 10 persone sono figli di immigrati, e dunque immigrati di seconda generazione. Ciascun sottogruppo contiene sia uomini che donne, lavoratori e studenti.

 

I risultati


I risultati emersi dal presente studio mettono in luce alcuni punti fondamentali:
la strategia di acculturazione dei figli di immigrati è una strategia di integrazione – interazione quotidiana con persone italiane e parziale adozione di alcuni tratti della cultura italiana;
la strategia di acculturazione attuata dagli immigrati cinesi di prima generazione sia a metà strada tra quella di assimilazione e di integrazione;
tra i figli di immigrati, alcuni degli intervistati conosce alcuni dei più famosi cantanti italiani, ma non sono abituati ad ascoltarli. È emersa, in generale, una scarsa conoscenza e un disinteresse verso la musica italiana, a fronte di un apprezzamento verso il pop cinese, americano e inglese (vedi Figura 2 e Figura 3);
tra gli immigrati di prima generazione, l’apprezzamento per la musica italiana è vivo, oltre ad essere mosso da reale curiosità. Anche laddove la musica cinese sia presente tra gli ascolti degli immigrati di prima generazione, essa è affiancata non solo dalla musica italiana, ma anche dalla musica inglese;
sia figli di immigrati che gli immigrati di prima generazione ascoltano musica perlopiù tramite piattaforme di streaming. Si può parlare di un ascolto completamente digitalizzato, con l’ampio uso di YouTube affiancato a quello di piattaforme come Spotify, QQ Music e KuGou.
 

Figura 2: funzioni del consumo musicale

                                                                         

 

Figura 3: generi preferiti per generazione

                                                                           

 

Prospettive di ricerca ulteriore

Il presente studio ha fornito degli insight che possono rivelarsi di grande utilità per una prosecuzione della ricerca su larga scala, effettuata cioè mediante metodi quantitativi. In questo modo sarà possibile, partendo dai risultati ottenuti e ampliando la numerosità del campione al fine di renderla statisticamente significativa, arrivare a delle conclusioni che possono rappresentare degli indicatori per gli operatori del settore discografico, i quali sarebbero in grado di osservare una fotografia di ciò che “funziona” tra gli immigrati cinesi presenti in Italia, con riferimento a entrambe le generazioni prese in considerazione.

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