L’art. 12, comma 6, della Legge n. 220 del 14 novembre 2016 prevede che il MiC (Ministero della Cultura) predisponga una relazione annuale sullo stato di attuazione degli interventi in materia di sostegno al settore cinematografico e audiovisivo italiano e una valutazione del suo impatto economico, industriale e occupazionale. La stessa Legge stabilisce che tale compito sia assegnato, tramite bando competitivo, a una istituzione in grado di realizzare indagini, studi, ricerche e valutazioni.
Si tratta di un incarico di prestigio che è stato affidato, per due anni di seguito, a una RTI composta da Università Cattolica e PTSClas. Lo studio è innovativo nella misura in cui allinea l’Italia al resto dell’Europa quanto a logiche di trasparenza. Mariagrazia Fanchi, direttrice dell'Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo (Almed), è direttore scientifico e coordinatrice del progetto.
«Uno strumento come questo è utile per ragionare e immaginare correttivi nelle politiche di finanziamento in modo mirato e secondo una prospettiva di respiro più ampio» - ha sottolineato Mariagrazia Fanchi, chiarendo le importanti novità introdotte dalla Legge 220/2016 (meglio nota come Legge Franceschini) - «Per la prima volta sono stati creati dei fondi speciali. Uno per il cinema e l’audiovisivo, atto a permettere che una parte delle tasse dei soggetti operanti nel settore venga reinvestita per la crescita del comparto; il secondo è invece il fondo Cinema per la scuola, un grande finanziamento per favorire l’alfabetizzazione, progetto di cui si parlava dagli anni ’60 e realizzato solo oggi».
Nel realizzare la Valutazione l’Università Cattolica ha avuto «la capacità di andare oltre una prospettiva solo economica, adeguata per favorire la crescita di un’impresa, ma limitante nell’analisi degli aspetti sociali e culturali. Sono stati perseguiti i principi ispiratori della Legge che intendono favorire il pluralismo culturale e l’inclusività». Dunque, oltre a quanto disposto dalla Legge, ossia la valutazione degli impatti economici, industriali e occupazionali, il progetto restituisce – attraverso l’utilizzo di un set di nuovi indicatori e di ricerche realizzate ad hoc – le ricadute sul piano culturale e sociale delle iniziative oggetto di finanziamento, come l’attenzione per il pluralismo dell’offerta culturale, per l’inclusione, per l’ampiezza dei soggetti raggiunti dai progetti finanziati, ecc.
L’analisi si sviluppa su 3 livelli: comparto, filiera e misure. Al primo livello, quello del comparto, si guarda alla capacità della Legge di incidere sul settore nel suo insieme, con particolare riguardo per le dimensioni industriali e occupazionali. Al secondo livello, la Valutazione si concentra sugli effetti delle misure di Legge sui nodi specifici della filiera, segnatamente: produzione, distribuzione, esercizio e promozione. Infine il livello dei procedimenti permette di evidenziare l’impatto della Legge su segmenti ancora più specifici del mercato cinematografico e audiovisivo, come la distribuzione internazionale, l’attività delle cineteche, la formazione scolastica, ecc. L’organizzazione dei dati che ne deriva, multidimensionale e multilivello, offre più punti di accesso e una lettura scalabile delle informazioni, in grado di rispondere sia a domande di ricerca generali (quanto il comparto ha, nel suo insieme, beneficiato della Legge), sia a domande specifiche, legate anche all’efficacia delle singole misure della Legge.