Appartengono a mondi diversi, quello online e offline, del social e del fashion, informazione e lifestyle. Tutti hanno costruito una rete di legami - la loro community - di cui essi sono il nodo centrale.
Le loro parole, le loro immagini e i loro messaggi trovano riscontro e apprezzamento negli utenti di internet under 25 in cerca di ispirazione, di divertimento o semplicemente di qualcosa di interessante. Gli opinion leader degli Z condividono un’identità di tipo digitale e comunicano attraverso i social, parlano il linguaggio giusto e intercettano gli interessi dei seguaci, oppure ne fanno scoprire di nuovi. Una costante, infatti, sembra essere l’abilità di trattare tematiche complesse e/o poco conosciute, rendendole accessibili – o note - ai più.
Non sono tuttologi, ma dispongono di competenze che mettono al servizio degli altri, ognuno alla propria maniera: chi con ironia, chi con un taglio informativo, di intrattenimento, chi con leggerezza o con l’umiltà di chi prima di parlare ha dovuto studiare. Svariati appaiono anche i temi. Non solo food, fashion o travel. Gli influencer della GenZ sono sfaccettati e in continua evoluzione. Hanno stili di vita, modi di vivere, di pensare e di esprimersi che attirano interesse e consenso, diventando catalizzatori d’attenzione su argomenti rilevanti e subito dopo filtri d’opinione e piazza di dibattito. A seguire vi proponiamo alcune case history studiate dagli studenti della Laurea Specialistica CIMO.
MARIA GRAZIA CHIURI
Analisi di Rachele Zapparoli
Maria Grazia Chiuri, prima donna a diventare stilista della Maison Dior, partendo da una t-shirt, ha generato una nuova e moderna rivoluzione femminista che su Instagram viene divulgata attraverso l'hashtag #WeShouldAllBeFeminists ovvero "Tutti dovremmo essere femministi".
La stilista è per prima cosa nota nel mondo del fashion system per avere utilizzato la moda per lanciare un messaggio che sfida gli stereotipi femminili, dove la passerella si trasforma in una piattaforma di dialogo continuo tra femminismo e arte. L'ingresso su Instagram di Maria Grazia Chiuri ha rappresentato un’operazione indispensabile per poter promuovere in modo efficace la propria professione e la propria immagine online.
La strategia vincente della stilista è stata quella di traslare coerentemente la sua reputazione professionale e le sue conoscenze acquisite nel corso della vita (offline) all'interno della piattaforma social (online). Il profilo Instagram della stilista, infatti, rappresenta una coerente estensione virtuale della sua persona in cui propone diversi contenuti che sono una raccolta del suo bagaglio di conoscenze ed esperienze maturate nel corso del tempo.
Si deve ricordare che Maria Grazia Chiuri è attiva su Instagram solamente dal 2019. Si comprende dunque come la sua linea informativa e contenutistica sia frutto di un meticoloso quanto veloce lavoro di intercettazione degli interessi della propria audience. È riuscita a promuovere online la sua persona, la sua storia e le sue competenze attraverso ciò che si potrebbe definire "un lavoro di archeologia" che consiste nel recuperare e prelevare tematiche sociali caratteristiche di tempi passati per riportarle all’attualità e dare loro una voce moderna, aprendo così un dialogo costruttivo con le nuove generazioni. Tramite Instagram, la Chiuri è riuscita a far sentire la propria voce come un tutt'uno con quella dei suoi followers, i quali considerano sia le informazioni da lei divulgate sia la sua persona e la sua storia come un buon esempio a cui ispirarsi. Attrattività, credibilità e veridicità sono ciò meglio contraddistinguono la stilista come opinion leader.
Le modalità con cui Maria Grazia Chiuri si è occupata di un brand internazionale come Dior ha fidelizzato e catturato l’attenzione di una fan-base prevalentemente femminile, e soprattutto molto giovane, che si ritrova nella modernità del messaggio femminista da lei divulgato. Tutto è iniziato con le iconiche t-shirt con la scritta "We Should All Be Feminists" e "I say I" disegnate da Maria Grazia Chiuri per la sua prima collezione primavera-estate 2017, inconsapevole che da lì a poco quel messaggio sarebbe diventato virale. Dietro queste magliette si celano le parole e titoli di saggi di scrittrici e attiviste femministe come Carla Lonzi e Chimimanda Ngozi Adichie.
La forza della Chiuri, pertanto, è stata quella di rivestire i capi di abbigliamento di un valore pratico e sociale, utilizzando queste t-shirt come delle piattaforme di comunicazione.
Maria Grazia Chiuri è stata in grado di far approdare sul web tematiche che, fino a poco tempo fa, erano appannaggio di cerchie più ristrette dando così anche la possibilità alla sua audience, e in particolare alla generazione Z, di conoscere temi e momenti storici lontani nel tempo. Sono state proprie queste t-shirt caratterizzate da slogan rivoluzionari e femministi a catalizzare l'attenzione della generazione Z, attratta dall'utilizzo di slogan avvincenti come "When woman strikes the world stops" (quando le donne scioperano il mondo si ferma) con cui la Chiuri è riuscita a far conoscere alle nuove generazioni una vasta gamma di pensatrici e donne femministe altrimenti sconosciute. La forza della stilista risiede nell'essere stata in grado di fidelizzare un network al femminile, non solamente creando un sentimento di "sorellanza" tra le proprie followers che si aiutano e sorvegliano reciprocamente ma anche trasportando questo sentimento, coerentemente e visibilmente su Instagram, all'interno del proprio lavoro. Infatti, sul suo profilo vengono ripetutamente pubblicate interviste ad artiste femministe contemporanee e i loro messaggi, le loro parole vengono usati da Maria Grazia Chiuri sia come sfondi delle sue sfilate sia come interrogativi che sottopone ai suoi followers, come ad esempio la domanda: “What if woman ruled the world?” ovvero "E se le donne governassero il mondo?".
La modernità di comunicazione di Maria Grazia Chiuri emerge soprattutto nell’alternanza della pubblicazione di capi di sfilate di alta moda con interviste e domande provocatorie alle nuove generazioni sul ruolo della donna nel mondo politico e sociale. Maria Grazia Chiuri, consapevole del potere evocativo che possiede la Maison per cui lavora, ha deciso di sfruttare al meglio la sua piattaforma di Instagram e, agendo da traduttore di fenomeni complessi, è riuscita a informare e dare una voce concreta a una moltitudine di donne che si sono rispecchiate nella sua persona e nel suo percorso di autodefinizione e autovalorizzazione femminile. Il profilo della Chiuri si è trasformato in poco tempo in un bacino di tematiche d'attualità rendendosi una portavoce di interessi intergenerazionali. Infatti, la stilista si schiera indistintamente dalla parte di qualsiasi donna, difendendo in toto i diritti delle e per le donne, la parità di genere, il body positive, invitando quindi tutte le donne ad accettare e apprezzare se stesse e il proprio corpo. Con la messa in campo di queste tematiche la Chiuri non solo ha apportato un proprio valore aggiunto, conferendo contemporaneità e coscienza ai temi trattati, ma è riuscite a creare un hub relazionale intragenerazionale. Per rafforzare maggiormente la comunicazione con la generazione Z, Maria Grazia Chiuri posta con un ritmo costante sua figlia, Rachele Regini, poco più che 20enne definita la sua co-esploratrice intellettuale, riuscendo ad assimilare il linguaggio della generazione a cui si rivolge.
Alla stilista è stato di chiesto di dirigere il marchio Dior verso il futuro ed è per questo che ritroviamo in lei il costante bisogno di parlare alle nuove generazioni non solo introducendo nella moda tematiche inedite e attiviste ma anche promuovendo costantemente l'importanza della curiosità culturale nei giovani. A questo proposito è particolarmente interessante la condivisione del post in cui la Chiuri partecipa ad un ciclo di fashion talk chiamato "Ephimera. Dialoghi sulla moda" svoltosi a Roma. Rivolgendosi ad un pubblico giovanissimo, insiste sull'importanza della formazione, dello studio eterogeneo, della creatività e curiosità intellettuale come elementi che possono fare la differenza al giorno d'oggi. È estremamente significativo che Maria Grazia Chiuri non solo venga riconosciuta dai suoi follower come una voce autorevole, autentica e coerente nel proprio campo ma che utilizzi la sua potenza mediatica per condividere con la propria fan-base, e in particolare con la generazione Z, contenuti che possano portare un valore aggiunto e individuale alla propria audience, risultando così a tutti gli effetti un buon esempio da seguire.
In conclusione, Maria Grazia Chiuri è riuscita a creare un engagement forte con la generazione Z in quanto è stata in grado di intercettarne gli interessi, attirando l'attenzione su tematiche che sono rilevanti per questa generazione e che la stilista, a modo proprio, ha riattualizzato. La fusione tra femminismo, moda, arte e curiosità culturale rappresenta il palcoscenico con cui la Chiuri ha fidelizzato e aperto un dialogo stimolante con la generazione Z.
GIULIA VALENTINA
Analisi di Martina Mazzola e Rachele Nicolis
Giulia Valentina è una giovane e ironica torinese da 800mila follower su Instagram.
La sua iniziale notorietà è dovuta alla passata relazione con il cantante Federico Lucia in arte Fedez. Il rapper ha contribuito alla sua visibilità ma Giulia è riuscita a mantenerla e ad accrescerla nel tempo grazie al suo carattere e alla sua forte personalità.
La sua spiccata ironia unita alle sue conoscenze e competenze spesso celate dietro simpatica goffaggine, le hanno permesso di primeggiare e parlare ai suoi follower di svariati temi: dalle lezioni di lingua inglese al beauty, dalla moda agli animali, sino a toccare tematiche sociali e attuali. Nel tempo è riuscita a costruire una forte community, con la quale ha un rapporto che si avvicina sempre di più a quello di una amicizia (anche se mediata da uno schermo).
I suoi follower la amano proprio perché lei non è stata solo in grado di creare un profilo social legato all’intrattenimento ma ha avuto la capacità di sfruttare le sue conoscenze in ambito linguistico, economico e sociale, mettendole a disposizione del suo pubblico e permettendo ai follower di imparare concretamente. Questo ha aumentato la motivazione del suo seguito ed è un elemento distintivo di cui non tutti gli influencer dispongono.
Il suo profilo funziona molto bene perché Giulia riesce a parlare in modo molto diretto e naturale, appare autentica agli occhi dei suoi lettori, come se lo schermo che li divide non esistesse. Dà consigli, opinioni, idee alle sue follower come farebbe un’amica. È stata proprio questa la chiave del suo successo: sincerità e genuinità.
La sua relazione con il pubblico che la segue è perciò fortemente orizzontale, lei non si mostra mai come superiore alle sue follower, ma si posiziona al loro stesso livello; questo lo si può notare anche dai contenuti che condivide (soprattutto nelle stories): fortemente ironici e molto personali. Viene vista come affidabile per trasmettere consigli su prodotti o brand. In realtà però questo suo modo di “parlare” al pubblico può essere visto come un elemento negativo, infatti il tono di voce particolarmente autentico viene percepito in alcuni casi come «acidità».
Questa sua capacità di “personalizzare” i contenuti le ha permesso oltremodo di instaurare un legame con tutte le ragazze che la seguono: la sua community è composta per la maggior parte da ragazze che tra i 18 e i 24 anni che fanno quindi parte della generazione Z. Nonostante Giulia non ne faccia parte, appartenendo alla generazione Millennials, riesce a interagire molto bene con questa generazione.
I suoi contenuti e le tematiche trattate sono fortemente condivisibili e aderiscono benissimo ai social su cui è attiva, ingaggiando il suo pubblico. Si può quindi constatare tra gli elementi di forza di comunicazione, Giulia Valentina conta l’autenticità e l’empatia che riesce a creare con la sua audience, che le permette di ispirare la fiducia dei suoi follower. Questi elementi le permettono di essere considerata un affidabile opinion leader.
MICHELA COPPA
Analisi di Francesca Palmarini
Michela Coppa, volto noto in TV, sfonda poi sul web come opinion leader digitale. Con i suoi 261mila followers rientra nella categoria di influencer “mid”, collocandosi a metà tra i “nano” e i “mega” e caratterizzandosi per un profilo Instagram quali-quantitativamente sempre in crescita.
Nonostante sia presente sui social dal 2013, la sua carriera nel mondo digital ha inizio tra il 2017 e il 2018: da due anni a questa parte, Michela propone sui suoi profili post più che di natura “personale”, temi dedicati alla sua passione per la cucina sana e per il benessere fisico e mentale, oltre che contenuti di tipo commerciale. Le attività della Coppa si concentrano prevalentemente sulla piattaforma Instagram, dove si avvale non solo dei classici post ma anche di stories, IGTV e dirette, integrando così tutti i format disponibili per compiere un lavoro di influenza “a tutto tondo”. Michela ha fatto della sua passione per la cucina un vero e proprio lavoro, avvicinandosi sempre di più alla cosiddetta generazione Z. Ad oggi è considerata dai suoi followers al pari di un’esperta, essendo oltretutto prossima ad ottenere la certificazione come insegnante di yoga e dimostrando competenza e dimestichezza in cucina, grazie anche agli innumerevoli rapporti con chef e nutrizionisti affermati a livello nazionale. È proprio su questo che la Coppa ha fondato il suo personal branding: costruendo sulle sue passioni un’esperienza tale per cui i suoi followers ripongono piena fiducia nelle sue competenze, richiedendo addirittura consigli ed informazioni riguardo piani nutrizionali, pratiche di yoga e di meditazione.
La sua web reputation non è costruita sulla sua vita privata né sul suo aspetto fisico bensì sul pathos con cui costruisce e condivide insieme agli utenti i suoi hobby e sulla capacità e autorità che dimostra in merito a temi ben circoscritti. Anche per questi motivi la Coppa può essere definita a tutti gli effetti un’ottima content provider, in quanto attraverso la sua esperienza e i continui aggiornamenti rispetto ai temi proposti riesce a dimostrare padronanza dei contenuti e affidabilità. Infine, grazie al suo modo di comunicare e di gestire il lavoro sul web, risulta essere pienamente coerente e autentica rispetto agli argomenti trattati.
Michela presenta tutti i tratti caratteriali che dovrebbero contraddistinguere un buon opinion leader: empatia verso i followers, carisma nella gestione e interazione con gli utenti, competenza rispetto agli argomenti trattati. Infine, sembra rispondere adeguatamente al linguaggio delle 4C del buon influencer: chiaro, conciso, convincente, credibile.
Michela Coppa ha costruito e continua ad alimentare la sua leadership nel mondo digital attraverso privilegi di diversa natura: conoscitivi, in quanto ha accesso a determinati saperi e informazioni direttamente da soggetti esperti; relazionali, poiché è al centro di relazioni estese che riesce a gestire sia in un’ottica orizzontale che verticale; normativi, giacché riesce a dettare modelli di comportamento e norme di condotta precisi, oltre che ad attivare la fiducia nei suoi interlocutori per i motivi già citati. Infine, con riferimento ai post commerciali (ma non solo), da buon opinion leader Michela Coppa ha la capacità di influenzare le decisioni di acquisto dei suoi utenti grazie a quattro qualità che ogni influencer digitale dovrebbe coltivare: affect, authority, position, relationship. Riesce infatti a stimolare e indirizzare le decisioni dei followers grazie alla modalità con cui vi interagisce, è riconosciuta come leader rispetto ai temi su cui lavora, riesce a far valere la propria posizione all’interno di una specifica rete di comunicazione, a veicolare le sue idee e i suoi saperi integrandoli con opinioni e conoscenze di esperti.
In ultima analisi, ciò che fa di un’influencer digitale un opinion leader di successo è la modalità di ingaggio della generazione di riferimento. Michela Coppa agisce efficacemente su quella che viene definita generazione Z, in primo luogo attraverso le tematiche che tratta, quali il food e in generale tutto ciò che riguarda il mondo del benessere. L’healthy food e il benessere dato dalla pratica dello yoga sono argomenti di profondo interesse per tale generazione, specialmente in questi ultimi anni in cui lo stare bene fisicamente e psicologicamente è focus di molti dibattiti mediali. La Coppa esprime e trasmette tutte le sue conoscenze sulla questione attraverso un’esposizione costante sui social media, in particolare tramite frequenti video-ricette e video-lezioni di yoga postate su IGTV o stories, con attenzione a rendere queste ultime sempre disponibili ed evidenti in forma di post sul profilo. Per raggiungere in modo ancora più efficace gli utenti della generazione Z, l’influencer utilizza sempre più spesso le dirette Instagram per proporre ricette e lezioni di fitness in live: in questo modo i suoi followers possono svolgere le attività contemporaneamente alla Coppa e in simultaneità con gli altri utenti, esprimendo in diretta giudizi e ponendo domande. Ciò che però attira maggiormente l’attenzione e l’interesse della generazione Z è la capacità della Coppa di tradurre concetti complessi e di carattere “scientifico” (specialmente per quanto riguarda gli argomenti dedicati al mondo del food) in modo semplice, chiaro e diretto, così da poter essere ben compresi e assimilabili da ciascun seguace. Infine, il suo mostrarsi in modo così naturale stimola la fiducia e l’apprezzamento da parte di questa giovane generazione, che sempre più spesso ricerca modelli da seguire e da cui trarre ispirazione che siano il più possibile trasparenti ed emotivamente vicini.
STEFANO GUERRERA
Analisi di Giulia Pistone
Nato in Puglia, ma ormai trapiantato a Milano, Stefano Guerrera è diventato noto nel 2013 con la pagina Facebook “Se i quadri potessero parlare”. La sua attività di influencer e di opinion leader si svolge principalmente su Instagram, dove ripropone alcuni contenuti della pagina Facebook, post riguardanti la sua vita privata oppure contenuti sponsorizzati.
Nella costruzione della leadership, detiene un privilegio relazionale e a seconda degli argomenti trattati si pone come un leader verticale e orizzontale. Spesso approfondisce temi che i suoi follower non conoscono -ad esempio novità in ambito tecnologico- e grazie alle competenze maturate per il suo interesse nel settore. In altri casi chiede dei pareri ai follower, condividendo poi i messaggi ricevuti quotidianamente.
Per un opinion leader è fondamentale instaurare un rapporto di fiducia con la sua community a cui si rivolge sempre in modo diretto, riuscendo a raccontarsi in modo genuino. Inoltre, emerge la sua capacità di persuasione, poiché è in grado di convincere i suoi follower ad acquistare i prodotti sponsorizzati fornendo loro le informazioni necessarie.
Guerrera è diventato così un diffusore di fiducia poiché racconta e semplifica situazioni complesse, adottando un proprio punto di vista ben riconoscibile. Questo rapporto tra l’opinion leader e i suoi follower consente a Guerrera di fare affidamento sulla sua community che in questo modo diventa un capitale sociale e relazionale. Quando ha bisogno di pareri o consigli, chiede ai suoi seguaci tramite le stories di Instagram, quindi non si tratta di un rapporto unilaterale, ma di un vero e proprio scambio. Inoltre, ha la possibilità di collaborare con i brand rendendo l’attività sui social network un lavoro retribuito.
Il tono espositivo utilizzato per rivolgersi ai follower è informale, chiaro e coinciso; anche quando racconta argomenti complessi e tecnici, li semplifica riuscendo a far emergere il suo stile. Il carisma contraddistingue la sua attività sulle piattaforme social perché i contenuti veicolati esercitano influenza sulla community, soprattutto nell’ambito delle scelte di consumo.
Nel suo storytelling emerge un’elevata complessità cognitiva poiché riesce a rielaborare e raccontare in modo semplice temi di attualità molto discussi – body shaming, accettazione personale, bullismo, omofobia-, facendo emergere la sua posizione con empatia.
Stefano Guerrera può essere considerato un early adopter poiché è attento nel recepire novità e nel cogliere trend emergenti. Inoltre, riesce a intercettarli in anticipo e a raccontarli in modo semplice alla community, ricoprendo così il ruolo di hub.
Guerrera utilizza principalmente Instagram per parlare delle collaborazioni; solitamente realizza storie o pubblica post (product placement e branded content) contenenti recensioni. Si autodefinisce influencer, sottolineando la totale trasparenza nello svolgere il suo lavoro - ad esempio utilizzando hashtag espliciti (#ad, #adv) per segnalare contenuti sponsorizzati - ma soprattutto la riconoscenza nei confronti di chi lo segue.
Le collaborazioni non assumono mai la forma di meri inserti pubblicitari poiché Guerrera aggiunge anche aneddoti personali. Quindi i follower hanno fiducia in lui perché è evidente un elevato grado di coerenza tra l’opinion leader e le collaborazioni attivate, in quanto i valori dei brand sono in linea con il suo profilo e la sua personalità.
Guerrera alterna intrattenimento e contenuti leggeri ad argomenti più impegnativi e delicati, trattando temi a soglia alta e a soglia bassa in egual misura. Inoltre, spesso veicola contenuti molto vicini alla generazione Z poiché ritiene che i social siano un prezioso strumento di sensibilizzazione. Si rivolge a un pubblico trasversale e riesce a interagire efficacemente anche con la generazione dei Millennials.
Ad esempio, quando negli USA dopo la morte di George Floyd – l’uomo afroamericano ucciso da un poliziotto - si sono scatenate le manifestazioni molti follower di Guerrera si sono rivolti a lui, aspettandosi che egli si esponesse sul movimento Black Lives Matter. A distanza di qualche giorno dall’accaduto, l’opinion leader ha realizzato delle storie soltanto dopo essersi documentato, in modo da informare correttamente i follower ed evitare di diffondere fake news. Infatti, è sua abitudine dedicare qualche giorno alla raccolta di informazioni prima di esprimersi su un tema, una delle «buone pratiche» che contribuisce alla creazione della fiducia.
Considerando la teoria dell’agenda setting, Guerrera non si limita a intercettare i temi rilevanti del momento e a selezionare le notizie, ma li connette offrendo interessanti spunti di riflessione.
Guerrera dà la possibilità ai follower di sperimentare esperienze di seconda mano e di viverle attraverso i suoi contenuti, attraverso il racconto delle collaborazioni con i brand, ad esempio la partecipazione a eventi immersivi, spettacoli, concerti.
La coerenza e la credibilità presso i suoi follower sono i principali punti di forza di Stefano Guerrera. Riesce a proporre in modo equilibrato e proporzionato i contenuti relativi all’influencer marketing e quelli legati ad aspetti della sua vita privata o di interesse sociale.
È rilevante anche l’interazione continua con i suoi follower, il dialogo instaurato e la creazione di un vero e proprio senso di appartenenza alla community. È in grado di adeguarsi alla necessità della generazione Z di mantenersi in contatto con la cerchia relazionale e all’opinion leader di riferimento (hanging out). Inoltre, i contenuti sono calibrati in modo da considerare sia la tendenza al messing around, ma anche quella di geeking out, poiché emerge tra i follower il desiderio di approfondire alcuni argomenti.
GIULIA DE LELLIS
Analisi di Cristiana Iuffredo
Giulia de Lellis si affaccia al mondo del web nel maggio del 2016, dopo l’uscita dal programma “Uomini e Donne” condotto da Maria De Filippi, che le ha regalato non solo il successo ma anche un’importante storia d’amore con il dj producer Andrea Damante, allora tronista del daytime, il quale scelse proprio la De Lellis a fine del suo percorso televisivo.
Da quel momento per Giulia comincia un percorso di ascesa che la porterà in poco tempo a raggiungere numeri altissimi (4,8 milioni di follower su Instagram), vicini a quelli dell’influencer italiana più quotata al mondo come Chiara Ferragni.
Tante sono le occasioni e le ospitate televisive in cui la De Lellis riesce a conquistare sempre di più l’affetto del pubblico che la segue, mostrandosi una ragazza dalla forte personalità, sveglia, determinata e allo stesso tempo molto vicina a tante ragazze della sua età, che per questo cominciano ad imitarla e ispirarsi a lei nello stile e nel modo di vestire. La particolarità di Giulia è data dall’abbigliamento, dai tanti tatuaggi, dalla scelta degli accessori e dal modo di portarli, che diventano in poco tempo tratti distintivi della sua persona e del suo carattere e che le permettono di raggiungere lo status di influencer che ha oggi.
Conta 4,7 milioni di followers su Instagram, il social in cui Giulia registra maggior seguito, con un engagement rate di 7,04%.
La maggioranza dei suoi followers è composta dal pubblico femminile (83% donne contro il 16% uomini) e per oltre il 56% con un’età compresa tra i 18 e i 24 anni (generazione Z). Ragazze giovani che traggono ispirazione dai suoi look, dai prodotti che sponsorizza e dai consigli che offre rispetto a diverse aree tematiche: beauty, skincare, fashion, lifestye.
Dal 2018 è brand ambassador di Tezenis e anche per l’estate 2020 ha contribuito alla creazione della nuova collezione di costumi uscita lo scorso mese di giugno. Tante sono le collaborazioni con brand di fama internazionale, per citarne alcune: Blumarine, Maybelline New York e Huawei.
Ha collaborato con l’autrice Stella Pulpo alla stesura del suo primo libro “Le corna stanno bene su tutto”, uscito nel settembre del 2019 ed edito da Mondadori. Il libro racconta il periodo di rottura con il fidanzato Damante dopo aver scoperto una serie di tradimenti ed è riuscito a sbaragliare ogni record restando per ben 4 settimane ai vertici delle classifiche con oltre 250mila copie vendute.
I tratti che la identificano come influencer sono la capacità di mettere in atto pratiche di micro-celebrity e adottare il self branding, nonché di produrre sempre contenuti nuovi per i propri followers.
Giulia De Lellis riesce ad essere vicina alla propria audience anche grazie ad un tone of voice confidenziale e “leggero”. Negli anni ha acquisito sicuramente una maggiore proprietà linguistica e competenza nell’esporre i temi di cui tratta, ma allo stesso tempo si è mantenuta coerente con le proprie scelte e il proprio modo di essere. Quello che colpisce di Giulia è la sua spontaneità e la convinzione con cui esprime i suoi pensieri senza paura di mostrarsi per quello che è, nonostante in passato sia stata spesso criticata per le proprie scelte personali.
È rimasta la stessa nonostante il successo: molto attaccata ai valori della famiglia e legata alle sue nipotine Matilde e Penelope, che spesso mostra nelle IG stories ai suoi followers, condividendo momenti di vita quotidiana. Rispecchia pienamente una ragazza della sua età, che non ha paura di mostrare i propri limiti e le proprie debolezze e fragilità.
«Ho delle responsabilità, devo sempre apparire in un determinato modo. A volte pesa, ma ne vale la pena» ha dichiarato. Svolge il suo lavoro con entusiasmo e si dice pronta a mettersi in gioco in ogni momento, come ha fatto dando vita alla sua prima linea di abbigliamento dal nome “Sol Wears Women”, con la quale a breve aprirà il suo primo store a Roma.
«Posso dire che faccio quello che faccio perché mi piace, non perché mi pagano» ha dichiarato recentemente in un’intervista a Vanity Fair, dicendosi ancora oggi sorpresa del suo successo.
NICOLO’ BALINI, alias Human Safari
Analisi di Francesca Pecoriello
Dall’apertura del primo canale YouTube nel 2012 al lancio di SiVola, la sua agenzia che organizza viaggi di gruppo con gli utenti, Nicolò è diventato il punto di riferimento - sui social, e non solo - nel settore Travel in Italia, in particolare per gli utenti della generazione Z.
Quella che può sembrare la storia a lieto fine di un ragazzo appassionato di viaggi e videomaking è in realtà il percorso studiato di un giovane content creator che con azioni strategiche e allo stesso tempo autentiche è riuscito a costruire una community affiatata e fedele e ad attirare l’attenzione di partner commerciali tra cui brand, enti del turismo e agenzie di viaggi, aggiudicandosi il “titolo” di opinion leader e influencer.
Il suo status di opinion leader si regge principalmente su un privilegio conoscitivo, in quanto Balini ha un accesso privilegiato a conoscenze del settore turistico, ma anche di videomaking e fotografia. La sua leadership si basa anche su un privilegio normativo: veicola infatti un preciso modello di comportamento, propone una modalità di approccio al viaggio assai peculiare, che la sua community fa propria e a cui si ispira; per questo è anche capace di creare trend di opinione. Infine, costruisce la sua leadership anche su un privilegio relazionale: Balini riesce ad instaurare relazioni orizzontali molto ingaggianti con la propria rete, ne è una prova il fatto che alcuni dei suoi utenti sono coinvolti in molti dei suoi viaggi di gruppo con SiVola; ma anche relazioni verticali, ponendosi come esempio in cui la propria community si rispecchia e a cui aspira.
Proprio grazie alla sua capacità di instaurare sia relazioni verticali che orizzontali, non solo Human Safari riesce ad ingaggiare e fidelizzare la propria community, ma esercita la sua leadership sia online che offline, proprio attraverso i viaggi che coinvolgono gli utenti: il forte engagement della community si spinge fino alla creazione di una relazione personale con ogni utente.
L’esercizio di leadership orizzontale e verticale produce ancora un altro effetto: innesca il meccanismo della tribù. Si crea, infatti, una community di utenti basata sul senso di appartenenza che si traduce da un lato nella costruzione di relazioni orizzontali, basate sull’interesse comune al tema del viaggio e del videomaking, sia con l’opinion leader che con gli altri membri della community; e dall’altro in relazioni verticali con l’opinion leader per cui gli utenti condividono e si ispirano alle “norme” proposte dal primo.
Questi aspetti peculiari dell’opinion leadership di Human Safari rappresentano sicuramente dei punti di forza che gli permettono di rivolgersi con successo agli utenti della generazione Z. A questi si aggiunge l’attenzione ai contenuti e ai format. I contenuti sono unici e di alta qualità e vengono creati nell’ottica delle esperienze di seconda mano: Balini documenta i propri viaggi in giro per il mondo, esperienze a cui la maggior parte dei suoi follower non ha accesso. Inoltre, i contenuti vengono proposti in maniera diretta e in prima persona, nel format di vlog e storie Instagram, risultando estremamente autentici e coinvolgenti.
Altro punto chiave che rende i contenuti ‘likeable’ per gli utenti della generazione Z è il fatto che questi vengono costruiti secondo le loro preferenze e richieste: non è un caso che Balini assecondi sia la tendenza al messing around che quella al geeking out, modalità di fruizione dei contenuti proprie degli utenti di questa generazione. Vengono infatti proposti sia contenuti generali su una determinata destinazione che approfondimenti su specifici aspetti di un viaggio.
Relazione, interazione e ascolto: in ultima analisi, sono questi i fattori chiave del successo di Balini tra gli utenti della generazione Z.