Prosegue il progetto Opinion Leader 4 Future, in collaborazione con Credito Emiliano. Per questo nuovo step di ricerca è stato coinvolto l’Istituto Bilendi e sono stati indagati nel dettaglio il ruolo e la rilevanza dei social media nel generare fenomeni di sensibilizzazione sociale e nel delineare figure di nuovi leader e activer impegnati sul fronte della diversity.
L’indagine ha rilevato che il 99,7% dei componenti del target, 300 giovani tra i 18 e i 25 anni di età (Generazione Z), possiede almeno un profilo su un canale social con Instagram (91,7%) e Facebook (88%) in cima alla classifica e TikTok in forte ascesa (46%). In coda Twitter (43%) e LinkedIN (36%) in quanto canali dedicati a un pubblico lavoratore e di età più avanzata.
Per il 77% del target i social media rappresentano uno strumento importante di sensibilizzazione sulle tematiche sociali, percentuale che sale all’81,5% sul target femminile, e vengono interpretati come veri e propri facilitatori nella creazione di partecipazione e coinvolgimento. Il loro ruolo viene riconosciuto dai giovani anche con funzione di supporto psicologico: per il 79% del target femminile divengono strumento di auto-racconto e auto-analisi e per il 54% del campione generale possono offrire stimoli anche per superare momenti difficili del proprio quotidiano.
Ciò che differenzia la comunicazione nei social media da quella tipica dei mezzi di comunicazione di massa tradizionali (televisione, radio, ecc.) è il fatto che i primi permettano una comunicazione interattiva, dando la possibilità di partecipare a una conversazione non soltanto come semplici ascoltatori passivi. La ricerca ha dimostrato quanto l’immediatezza e la semplicità dell’interazione offerta dai social si dimostrino un potente strumento di abbattimento delle barriere e delle differenze socio-culturali confermando quanto questo tipo di strumenti siano utili per affrontare il tema della diversity.
A livello globale si parla, infatti, sempre più di inclusione, rappresentanza delle minoranze e accettazione di tutto quello che la maggioranza delle persone ha considerato per secoli “diverso”. Indipendentemente dallo strumento digitale utilizzato, la condivisione di interessi e obiettivi comuni consente alle persone di conoscersi andando oltre ad aspetti come l’orientamento sessuale, la diversità fisica o quella culturale.
“L’analisi sul tema della diversity ha evidenziato quanto stiano mutando velocemente gli influencer e i leader di opinione diventando dei punti di riferimento per la propria community non solo per i consigli di acquisto, ma anche per questioni più profonde e di notevole impatto sociale, dall’inclusione alla sostenibilità ambientale”, ha dichiarato Lucio Dionisi, responsabile Media Relation del Gruppo Credem, “Continueremo a condividere i risultati delle indagini del progetto Opinion Leader 4 Future con grande entusiasmo perché crediamo che possano portare beneficio nelle scelte della vita quotidiana e ci consentiranno di identificare agilmente i leader di opinione del futuro”.
“Gli opinion leader online stanno sempre più coprendo bisogni di supporting ed empowerment, aiutando i loro interlocutori a riflettere e ad attivarsi su problematiche di carattere sociale e personale. Mettono in comune consigli ed indicazioni; ma anche più semplicemente storie e riflessioni, che possano divenire stimolo all’azione. E’ quindi forse più corretto parlare di coach, mentor e activer più che di influencer. Non solo influenzano, ma anche ascoltano, raccontano e motivano”, Sara Sampietro, coordinatore del progetto Opinion Leader 4 Future.