header-image

Conferenza NECS

Il team di ricerca della Professoressa Mariagrazia Fanchi, Dipartimento di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo dell’Università Cattolica, ha presentato nell’ambito della conferenza NECS (European Network for Cinema e Media Studies) di Bucharest (22-26 giugno)  i risultati di una ricerca pluriennale finalizzata ad analizzare e valutare il peso delle professionalità femminili all’interno del mondo della produzione femminile.

Il progetto, denominato Cineaf (Women’s in Film in Italy), è finanziato su fondi europei che si propone di ricostruire la presenza femminile nelle imprese dello schermo italiano, al fine di elaborare un bilancio di genere il più possibile oggettivo, corretto e solido. Il principale obiettivo di questa iniziativa è di registrare le maestranze coinvolte nella realizzazione dei lungometraggi di nazionalità̀ italiana distribuiti nel nostro Paese dal 1964 ad oggi per creare un archivio partecipativo, che possa continuare a crescere nel tempo e diventare uno strumento pratico contro la discriminazione, attraverso la registrazione tangibile della produzione audiovisiva femminile in Italia, ma anche un alleato per la ricerca e l'attivismo che stanno lavorando per la creazione di un settore cinematografico nazionale rinnovato e maggiormente aperto a tutti i segmenti di pubblico.

Ad oggi grazie al database Cineaf sono state schedate circa 10.000 opere audiovisive. All’analisi di taglio quantitativo si è unito un approfondimento di carattere qualitativo, con interviste a professioniste del settore, che hanno voluto condividere la loro esperienza sul set, sottolineando anche le criticità incontrate relativamente alle politiche di genere. 

Il panorama del mercato audiovisivo e la professionalità femminile
Nonostante le politiche a tutela della professionalità femminile l’indagine dell’Università Cattolica mette in evidenza il persistere di alcune criticità: le donne sono presenti nel settore ancora in numero minore rispetto agli uomini, occupano meno ruoli e la loro carriera è meno continuativa e “longeva” rispetto a quella dei colleghi uomini. 
Tra le ragioni di tale disparità emergono: 

  • modalità e ritmi di lavoro ancora poco concilianti (piani di produzione estesi per tutto l’arco della giornata, lunghe trasferte, rischio di essere contatti anche quando si è lontani dal set) che rendono difficoltosa la gestione della vita di coppia e familiare;
  • forme contrattuali non continuative che gravano sulla pianificazione del proprio futuro.

Da non sottovalutare poi la persistenza di visioni ancora stereotipate che comportano una visione limitante del talento femminile: in particolare si avverte la tendenza a valorizzare le capacità relazionali e organizzative delle donne, a discapito della loro creatività.
Permangono infine atteggiamenti sessisti che possono ledere all’identità femminile e inficiare i percorsi di crescita. 

Proposte future
Da parte delle industry sarebbe importante un investimento per incrementare le politiche di worklife balacing, con soluzioni che da un lato facilitino la flessibilità e dall’altro garantiscano anche una chiara diversificazione tra tempo lavorativo e vita privata.
Da non sottovalutare anche l’importanza di percorsi di mentoring e orientamento rivolti a raccontare verso l’esterno, ed in particolare a favore delle prossime generazioni, le tante professionalità e i tanti ruoli che ad oggi possono valorizzare al meglio la creatività e la forza propositiva dell’universo femminile.
Altra strategia da percorrere e che può e deve partire “dal basso” (dalle stesse lavoratrici) è il networking: rafforzare le reti e le alleanze tra professioniste al fine di rafforzare il peso politico e sociale delle diverse istanze, uscendo da un visione spesso ancora troppo individualista delle problematiche che affliggono il mondo del lavoro.
 

Vuoi rimanere sempre aggiornato sui nostri corsi e le iniziative per te? Lasciaci i tuoi contatti