CICLO DI INCONTRI "CAPIRE, PARTECIPARE, AGIRE"
Quali linguaggi per comunicare la prevenzione
Una persona su due in Italia non conosce o conosce solo superficialmente le manovre e procedura di emergenza (51,5%) e solo una persona su cinque (20%) ha frequentato un corso di primo soccorso negli ultimi 5 anni.
Questo è quanto emerge dalla nuova ricerca svolta dall’Osservatorio Opinion Leader 4 Future, il progetto nato dalla collaborazione tra Credem e ALMED, con la collaborazione Master Health Communication Specialist di ALMED e ALTEMS, e presentata durante l'incontro "Quali linguaggi per comunicare la prevenzione", terzo appuntamento (9 aprile) del ciclo di incontri “Capire, Partecipare, Agire”.
A dialogare su questi temi, Andrea Scapigliati, professore associato di Anestesia e Rianimazione dell’Università Cattolica - campus di Roma, dirigente medico nell’Unità Operativa di Cardioanestesia e Terapia Intensiva Cardiochirurgica del Policlinico Gemelli e Presidente dell’Italian Resuscitation Council (IRC), Sara Sampietro, coordinatrice dell’Osservatorio Opinion Leader 4 Future, Elisabetta Locatelli, ricercatrice sui temi della comunicazione della salute e coordinatrice didattica del Master Health Communication Specialist, e la creator Giorgia Ginevra Nardini, attiva sui temi della maternità e conosciuta per il profilo @gregemamma.
I dati della ricerca dell’Osservatorio Opinion Leader 4 Future hanno aiutato a contestualizzare il dibattito: il sondaggio condotto nel marzo 2025 dai ricercatori dell’Università Cattolica su un campione di 500 italiani, in collaborazione con l'istituto di ricerca Bilendi, ha rilevato che il 17% della popolazione italiana non ha familiarità con le procedure di emergenza, mentre il 34,5% le conosce solo in modo superficiale.
La consapevolezza varia significativamente rispetto alle variabili di genere ed età: Il 20% degli uomini afferma di conoscere bene le manovre, rispetto al 12% delle donne, e il 20% degli under 45 anni e il 16,5% della fascia 45-65 anni si sente adeguatamente preparato, contro il 10% degli over 65. Un ampio divario si nota anche a livello di composizione familiare: il 19% degli adulti con figli dichiara una buona conoscenza delle procedure, contro il 10% di quelli senza figli.
I principali canali informativi per gli italiani sulle manovre di emergenza includono il luogo di lavoro (35%), i social media (18%), materiali informativi di istituzioni come la Croce Rossa (16%) e il supporto di amici e familiari (16%). Da parte di tutti i target analizzati si registra un desiderio di maggiore copertura di queste tematiche anche da parte dei media e dei canali informativi (richiesta espressa dal 98% della popolazione intervistata).
“Ci sono alcune emergenze sanitarie, che noi tecnici chiamiamo tempo-dipendenti, in cui non ci si può permettere di attendere l’arrivo degli operatori sanitari o il tempo necessario per il trasporto all’ospedale più vicino. Chi può fare la differenza tra vita e morte è, in quel momento, chi è accanto alla vittima: un familiare, un collega, un compagno di studi o di gioco, un insegnante o un allenatore, un semplice passante. In Italia ci sono ottime leggi (189/2012, 107/2015, 116/2021) che promuovono l’apprendimento delle manovre di soccorso fin dai primi anni di scuola o durante l’attività sportiva; altre proposte di legge vogliono rendere obbligatorio il loro apprendimento al momento di prendere la patente di guida. Gli interessanti dati di questo sondaggio rendono ancor più urgente l’appello accorato affinché si realizzi un percorso di costante esposizione all’apprendimento delle manovre necessarie a salvare una vita, fin dalla scuola, nello sport, al lavoro e attraverso i media. C’è voglia di imparare, c’è voglia di essere utili agli altri. Non perdiamo questa occasione”, ha dichiarato Andrea Scapigliati, professore associato di Anestesia e Rianimazione dell’Università Cattolica - campus di Roma, dirigente medico nell’Unità Operativa di Cardioanestesia e Terapia Intensiva Cardiochirurgica del Policlinico Gemelli e Presidente dell’Italian Resuscitation Council (IRC).
"Questa ricerca ci consente di fare un affondo su un tema importante, che riguarda la quotidianità delle persone, ma che troppo spesso viene sottovalutato. I dati ci raccontano che i rispondenti hanno un'elevata percezione dell'importanza di conoscere le manovre di primo soccorso e altre procedure salvavita (come l'uso del DAE, manovre di disostruzione, tagli sicuri degli alimenti, etc.) a fronte del fatto che pochi le conoscono realmente o sanno come applicarle”, ha dichiarato Elisabetta Locatelli, coordinatrice scientifica del Master Health Communication Specialist e ricercatrice sui temi della genitorialità e della comunicazione della salute.