L’analisi utilizza le informazioni raccolte ed elaborate da Centric, software di Università Cattolica, che acquisisce automaticamente i dati sulle maestranze dei film ed elabora il budget di genere. Il rapporto mostra il permanere di alcune tendenze già rilevate negli anni passati, con una presenza femminile offscreen – ovvero nella fase di realizzazione dell’opera – ancora bassa nelle professioni apicali (nel 2022 le professioniste alla regia sono il 18% del totale, le sceneggiatrici il 23%, le montatrici il 28% e sotto la soglia del 10% nel caso della direzione della fotografia e delle musiche). Tuttavia, si registra una quota più alta in alcune professioni tecniche, come costumi (84%) e trucco (77%). Restano invariati anche i trend già emersi nei precedenti rapporti: la tendenza delle donne a lavorare di più nelle produzioni a costo basso, l’aumento della presenza femminile nelle iniziative produttive dirette da donne, il legame elettivo con il documentari
Inoltre, quest'anno il rapporto introduce un nuovo e importante indicatore della parità di genere nella produzione cinematografica italiana: la composizione del cast.
L’affondo sui cast, concentrato sui 5 ruoli principali di ogni opera, mostra, da un lato, una spiccata prevalenza di interpreti maschili, dall’altro, una maggiore presenza di interpreti femminili in contenuti di genere drammatico ed una più ampia eterogeneità dal punto di vista della nazionalità per quanto riguarda le interpreti femminili. Nell’analisi dei cast è stata presa in considerazione anche la caratteristica della disabilità (fisica e/o cognitiva), che risulta particolarmente sottorappresentata per entrambi i generi.