Ancora 30 anni per raggiungere l'equità di genere alla regia e occorrerà attendere fino al 2070 per avere un eguale numero di direttrici e di direttori della fotografia nelle produzioni cinematografiche italiane. La IV annualità del Rapporto Gender Balance in Italian Film Crews di Università Cattolica e Ministero della Cultura-Direzione Generale Cinema e Audiovisivo fotografa uno scenario in miglioramento, con tuttavia ancora un importante divario da colmare: 22% la quota di registe attive nel 2023; al 30% quella delle sceneggiatrici e delle montatrici; le direttrici della fotografia sono il 12% e quelle delle musiche ancora sotto la soglia del 10.
Negli ultimi sette anni il cinema a direzione femminile è comunque cresciuto, sia numericamente sia nei risultati: le opere a direzione femminile hanno una migliore circolazione: nel 2023 il 76% di esse ha avuto un passaggio in sala rispetto al 69% dei film a regia maschile; è in aumento anche il box office, che l’anno scorso, complice il successo del film di Cortellesi, ha raggiunto la media di 680.000 € a pellicola, rispetto ai 420.000 € in media dei film a direzione maschile.
Il Rapporto rileva anche un incremento negli ultimi sette anni dei riconoscimenti alle opere a direzione femminile, con una media, nel 2023, di 1,5 nomination per film, rispetto a 1 delle opere a direzione maschile, e 0,8 premi assegnati sugli 0,5 delle produzioni a regia maschile.
Restano invariati i trend già emersi nei precedenti rapporti: la tendenza delle registe a lavorare con budget più bassi, la maggiore presenza femminile nei film diretti da donne, il legame elettivo con il documentario.