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Qualcuno a cui affidarsi

Broker, networker, traslator e chatter sono solo alcuni dei ruoli richiesti ai nuovi opinion leader. L’attuale contesto informativo sempre più complesso e ridondante infatti necessità non soltanto di soggetti capaci di semplificare e tradurre i contenuti (traslator) e poi disseminarli (broker), ma anche di attivatori di ambienti relazionali, capaci di funzionare come “piazza virtuale” in cui commentare e approfondire (networker) i diversi argomenti, ma anche entrare in dibattito e confronto (chatter) con punti di vista diversi dal proprio.

Se i mezzi di informazione tradizionali faticano a trasmettere fiducia, i singoli opinionisti al contrario divengono sempre più protagonisti dello scenario informativo, non soltanto rispetto ai temi di attualità, ma anche in relazione alla gestione delle routine quotidiane: l’82% degli intervistati si affida agli esperti per le decisioni inerenti salute e prevenzione, il 53% per la corretta gestione del patrimonio economico e il 51% per le scelte relative agli immobili. 

Per divenire punti di riferimento non basta l’esperienza maturata negli anni (caratteristica citata dal 60% degli intervistati), ma occorre anche mostrare capacità di ascolto e disponibilità (46%), nonché agire in maniera coerente ed etica. 
Sempre più poroso è poi il confine fra dimensione online e dimensione offline. Gli “opinion leader fisici” sono chiamati a sfruttare appieno i mezzi social per rafforzare il legame con i loro “seguaci” e la gestione di più touchpoint diviene fattore dirimente nella scelta di un esperto (fattore citato dal 28% del campione e dal 37% degli under 40). Al contempo viene ribadita l’importanza della presenza offline: il 26,5% degli intervistati si affida a uno esperto solo se vi è la possibilità di incontrarlo anche di persona.

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