Libro Bianco Le Professioni della Comunicazione 2021
 

       
A cura di ALMED Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo
(F. Angeli 2021)

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Dal 2016 Almed. Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha avviato un monitoraggio delle professioni della comunicazione con un triplice obiettivo:

1. misurare e descrivere l’andamento del mercato del lavoro nel comparto della comunicazione e dei media, con attenzione ai nuovi ruoli e competenze;

2. allineare i processi di formazione alle esigenze che il mercato esprime, attraverso un dialogo costante con le imprese, le associazioni che le rappresentano, i professionisti che vi operano;

3. fornire uno strumento di orientamento: sensore che registri i cambiamenti in corso e insieme una bussola, utile ai giovani che si stanno avvicinando al mondo del lavoro; ma anche a chi già vi opera e a chi è chiamato a formare i nuovi professionisti della comunicazione.









Dal 2017, gli esiti di tale monitoraggio confluiscono, a cadenza biennale, in un Libro Bianco delle Professioni della Comunicazione, con l’obiettivo di rendere pienamente accessibili i risultati delle indagini.

L’edizione del 2021 del Libro Bianco delle Professioni della Comunicazione si propone di proseguire nel solco delle prime due edizioni esaminando bisogni, mettendo a fuoco le sfide e indicando le risorse conoscitive e formative necessarie ad affrontarle con successo.

La terza edizione del Libro Bianco sarà distribuita in via prioritaria in formato elettronico e open access, in linea con le policy di terza missione, e con l’obiettivo di rendere ampiamente accessibili i risultati di ricerca, assicurando la massima diffusione e il migliore impatto.

Coerentemente con la sua vocazione a fornire uno strumento di azione utile a chi si sta affacciando sul mondo del lavoro, alle imprese e ai singoli professionisti, l’edizione del 2021 sarà articolata in 4 sezioni:

La prima si concentra sui diversi comparti della comunicazione (informazione, comunicazione per le imprese e sales, promozione dei territori, degli eventi e della cultura, produzione mediale) attraverso la testimonianza di professionisti e la messa a fuoco dei ruoli e delle competenze specifiche richieste dai diversi settori.
 

La seconda sezione capovolge la prospettiva consueta e guarda a come i giovani che si stanno affacciando al mondo delle professioni (che stanno scegliendo i loro percorsi di formazione, o le aziende in cui lavorare) considerano il lavoro: quali sono le loro aspettative, i loro desideri, le loro paure, che cosa per loro è importante e che cosa no. La sezione da conto dei risultati di due ampie ricerche, che hanno coinvolto 1000 giovani fra i 16 e i 25 anni, su tutto il territorio italiano. La prima condotta in partnership con BrandForum, 2bResearch e UniversityBox, si è concentrata sulle aspettative verso il mondo del lavoro e le imprese da parte degli Zeta. La seconda, in partnership con Credem e nel quadro del progetto OpinionLeader4Future, si è concentrata sui processi di costruzione dell’opinione negli Zeta: i modelli a cui guardano, che cosa è importante per loro, come decidono, come vedono la loro vita e il rapporto fra dimensione privata, pubblica e lavorativa.
 

La terza sezione si concentra sul comparto della comunicazione digitale, emerso dal Libro Bianco del 2019 come un settore decisivo, che esprime una domanda di professionisti forte e costante e in parallelo pone di fronte alla sfida della formazione permanente. La sezione restituisce i risultati di una survey condotta fra ottobre e novembre su un campione rappresentativo di imprese e di operatori del digital. In collaborazione con UNA. Aziende della Comunicazione, la ricerca offre uno spaccato fondamentale di un comparto centrale sia in questi mesi di emergenza sanitaria, sia per ridisegnare il perimetro delle professioni e dei processi comunicativi alla ripresa.
 

La quarta sezione è dedicata alle donne. La rilevanza delle donne nel comparto della comunicazione e nelle industrie culturali e creative è solo pari alla loro ‘invisibilità’.
Come l’Unione Europea ha a più riprese sottolineato, il permanere di una condizione di diseguaglianza sia a livello occupazionale (presenza, contratti, stipendi e opportunità di carriera) sia a livello culturale (perdurare di stereotipi, sessismo,..) ha gravi ricadute sul settore della comunicazione e dei media e più ampiamente sull’economia e sulla società.
Almed è da sempre impegnata nella promozione dell’inclusività nei propri progetti, formativi e di consulenza. Dal 2018 redige per il MiBACT la Relazione di Impatto sul finanziamento pubblico a cinema, televisione, videogiochi e più ampiamente promozione dell’audiovisivo, misurando anche la capacità della Legge di favorire la Parità di genere e l’inclusività. Sempre nel 2018 ha avviato il progetto Centric, volto a misurare il budget di genere delle iniziative produttive nell’ambito della cultura e della comunicazione. Questo impegno si è esteso nel 2020 a due altre iniziative di ricerca, condotte nell’ambito del Monitoraggio delle professioni della Comunicazione: l’analisi delle prospettive professionali delle giovani donne che si stanno affacciando al mondo del lavoro nell’ambito della comunicazione e dei media e l’analisi dei ruoli, delle traiettorie di carriera e delle aspettative delle professioniste impiegate nel comparto della comunicazione digitale.
Due ricerche che gettano luce sul rapporto fra donne e professioni della comunicazione e della cultura in Italia consentendo quell’avanzamento di conoscenze che l’Unione Europea considera come prima e fondamentale azione di contrasto alla disparità di genere e di supporto al suo superamento.

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